Il primo Gennaio del 1939 a Nagoya, nella prefettura di Aichi, nasce Shingo Araki, e non passa molto tempo prima che questi fa notare le sue doti di disegnatore collaborando occasionalmente come illustratore per conto della Machi che arriva ad ordinare all'allora adolescente Shingo anche 60 tavole alla settimana. Le sue prime pubblicazioni sono targate 1955 quando ancora aveva solo sedici anni, continua con questi lavori saltuari fino al 1963 anno in cui collabora a due cortometraggi animati che gli permettono di firmare un contratto con la neonata Mushi Productions dove il mangaka e fondatore Osamu Tezuka lo inserisce nello staff dell'anime Jungle Taitei (in Italia Kimba, il Leone Bianco), il tratto segue quasi fedelmente quello di Tezuka lasciando poca libertà alla sua inventiva. La lavorazione dura circa tre anni condizionati dalle mille difficoltà che attraversava lo studio e che talvolta lo portava anche a fare turni di lavoro molto lunghi, dopo Jungle Taitei è la volta de La principessa Zaffiro prodotto sempre dalla Mushi, questi lavori permettono ad Araki di farsi un nome nella nascente animazione giapponese e così riesce a strappare un contratto di collaborazione anche con la Tokyo Movie (la futura TMS) con la quale collaborerà prima per una serie umoristica in bianco e nero poi per il più famoso Tommy, la stella dei Giants, il suo primo vero lavoro come character desiger. Il lavoro di Araki su Tommy, la stella dei Giants dura per circa tre anni mostrando uno stile d'animazione ancora un po' grezzo ma riuscendo ad inventare pose plastiche ma dai movimenti improbabili per i suoi personaggi, il lavoro di Araki viene apprezzato tanto che Kajiwara, tramite la casa di produzione Mushi, gli affida anche la trasposizione animata di Rocky Joe dove segue pressappoco lo stesso stile utilizzato per Tommy, la stella dei Giants ma riscuotendo un successo maggiore. Gli anni seguenti Araki evolve la sua tecnica anche grazie al fatto che spazia tra diversi generi di anime o di diversi autori che impongono o meno determinati tratti fino ad arrivare al 1972, anno in cui inizia la collaborazione con Go Nagai con il quale lavora per Devilman, il lavoro con il mangaka gli permette di farsi conoscere ancora di più e di lavorare con nuovi editori come la Knack per la quale lavora a Gekko Kamen, o la neonata Shoeisha.
Nel 1975 conosce Michi Himeno con cui inizia una collaborazione che nel tempo porterà quasi ad una simbiosi che permetterà ai due disegnatori di evolvere e sviluppare i propri stili, i due nello stesso anno fondano la Araki Prodction che lavora quasi esclusivamente con un unico committente ovvero la Toei, che gli affida la lavorazione di un altro manga di Go Nagai ovvero Goldrake, Ufo Robot. L'anime è la prima vera collaborazione tra Araki e Himeno, e da dubito ai nota lo sviluppo del tratto di Araki donando ai suoi disegni una raffinatezza che prima non aveva ma senza perdere quel tratto potente ed energetico che lo ha caratterizzato, nello stesso anno i due disegnatori lavorano anche ad un altro anime robotico ovvero Danguard dove i disegni risultano ancora più aggraziati.Dopo il successo di Goldrake è la volta di Lady Oscar dove Araki è libero di esprimere tutto il suo genio mostrandoci linee morbide e nuove tecniche come l'utilizzo di linee prospettiche portate al limite per dare al personaggio il senso del movimento, questo, col tempo, diventerà un caratterizzazione importante per i suoi lavori futuri, in Lady Oscar Araki dimostra anche di sapersi adattare a diversi registi infatti quando durante la serializzazione dell'anime Tadaho Nagahama viene sostituito da Tadao Dezaki quest'ultimo impone dei cambiamenti dello stile narrativo della serie. A Lady Oscar segue Capitan Harlock, Kiss Me Licia e Occhi di Gatto, per questi ultimi collabora come supervisore lasciando il ruolo di character a Komatsubara, Yamaguchi e Sugino, in quello stesso periodo la TMS lo contatta per creare uno spin-off di Lupin III ovvero Lupin VIII, una serie che racconta le gesta del discendente di Lupin III nella Parigi del XXII secolo, della serie viene creata solo la prima puntata prima che la lavorazione venga interrotta per motivi riguardanti i diritti d'immagine, Araki abbandona il progetto ma alcune delle sue tavole vengono realizzate per la creazione di una nuova serie del ladro gentiluomo che si rivelerà un flop soprattutto per via della pessima qualità dei disegni.
L'apice della carriera artistica Araki lo tocca curando la trasposizione animata dei Cavalieri dello Zodiaco dove il mangaka Masami Kurumada lascia campo libero all'estro del duo Araki-Himeno, i due disegnatori iniziano col ridisegnare le armature dei protagonisti che hanno volti più armoniosi che va a fondersi a quello utilizzato per la creazione delle statue greche del V secolo a.c., i combattimenti sono movimentati ma al tempo stesso risultano armoniosi, tipico dello stile utilizzato da Araki e Himeno che raggiungono una sintonia lavorativa notevole difatti è risaputo che uno iniziava le tavole mentre l'altro le sistemava. Il risultato finale ci consegna un'anime che riprende tutti i cliché di Araki ovvero occhi grandi ed espressivi, le linee prospettiche risultano essere esasperate “stravolgendo” i visi per dare il senso del movimento, movimenti e contorsioni unici nel loro genere. Araki termina il lavoro sui Cavalieri dello Zodiaco nel 1989 dopo 114 episodi e 4 film ma la collaborazione con Kurumada continua con la creazione degli OAV di Fuma no Kojiro ma la presenza di Araki è limitata alla supervisione dei lavori, con gli anni in altre lavorazioni la presenza di Araki come disegnatore diventa sempre rara, esso si limita a fare solo il direttore d'animazione terminando così una lunga carriera di successi. Nel 2002 si dedica ad uno dei suoi ultimi lavori tornando a collaborare con Kurumada e la Himeno alla creazione del capitolo finale dei Cavalieri dello Zodiaco, il capitolo di Ade, che in quegli anni iniziano a vivere una seconda vita. Nella saga di Ade il suo stile sembra essere mascherato da uno che risulta più fedele a quello di Kurumada, anche perché lo stile di Araki poco si sposa con la computer grafica utilizzata per completare le scene ma il suo stile riviene fuori con il quinto lungometraggio dei cavalieri, difatti Araki decide di concentrarsi più sul film, che riprende tutti i suoi tratti distintivi, che sulla serializzazione degli OAV consegnando una chicca animata ai suoi fans. Il capitolo del Tenkai-Hen risulta essere il suo ultimo lavoro creato in prima persona lasciandolo ai suoi fans come una sorta di testamento artistico dell'autore che con i suoi disegni è riuscito ad emozionare tanti giovani che ancora oggi sognano con i suoi disegni.