Quattro chiacchiere con Stefano Cerioni
Salve a tutti, siamo qui con Stefano Cerioni ovvero l'adattatore dei dialoghi della serie classica dei Cavalieri dello Zodiaco. Il signor Cerioni ci ha concesso gentilmente un intervista.
Salve signor Cerioni, volevo parlarle dell'adattamento dei Cavalieri dello Zodiaco e chiederle quanto è stato difficile dare quel tono epico alla serie.
Difficile dirlo, certo all'epoca la cosa piú faticosa fu convincere direttore e attori della necessità dell'uso di un linguaggio diverso da quello della quotidianità. Poi, una volta accettato lo stile e potendo contare sulla fiducia incondizionata di Carabelli, tutto è filato per il verso giusto.
Mi dica, la serie originale era molto diversa da come poi l'avete adattata, inteso come toni e linguaggio usati?
I toni si, molto. La storia ovviamente no. Abbiamo un po' addolcito i dialoghi, cercando di renderli meno secchi di come erano in originale. Confesso che ci siamo lasciati un po' prendere la mano.
In effetti è venuta fuori un'opera unica nel suo genere.
Lei, se non erro, ha lavorato anche alla realizzazione della serie Hades.
No... mi dispiace deluderti...
Mi scusi, davo per scontato che si fosse riunito tutto il team storico per la produzione della saga di Hades.
Nessun problema, Ivo mi aveva chiesto di partecipare, ma non sarei riuscito a lavorarci con il dovuto impegno.
Infatti le stavo per chiedere come sarebbe stato mettere mano ad un opera come i cavalieri dopo più di 20 anni...
Mi sarebbe piaciuto molto e un po' mi sono pentito di non aver accettato. Ma le cose della vita vanno come vanno. Peccato e pazienza.
Le posso chiedere com'è stato lavorare con un doppiatore come Carabelli?
Credo che lei, molto più di altri, ha dovuto lavorare a stretto contatto con lui.
Bello e difficile... Per tutto il periodo dei Cavalieri e anche per qualche serie dopo siamo stati molto uniti professionalmente, poi il lavoro è cambiato e il fatto di dover lavorare con altri ha reso il nostro rapporto meno proficuo.
Mi può spiegare come nascevano quelle citazioni letterarie?
Dove prendevate spunto?
Le citazioni vere e proprie nascevano in sala, io piú che citare parafrasavo, cercando di riprodurre (alla mia maniera e in chiave moderna) il tono cavalleresco e le frasi ridondanti dell'epica rinascimentale. Cercando di non esagerare, a volte anche prendendo spunto dai classici della letteratura. Ma le citazioni vere e proprie erano parto dell'iniziativa di Carabelli.
Che rapporto aveva con la censura? Le toccava modificare in modo drastico i dialoghi?
Divenne un'abitudine, quasi uno stile. Non è fastidiosa quando è ragionevole. E' fastidiosa solo se ti costringe a tacere di cose in cui credi molto. Ma se si tratta di 'aggiustare' scene violente e tagliare orecchie mozzate può essere tollerata. Anzi!
Mi toglie una curiosità? Ma perché negli anni 80 si era solito eliminare o modificare i riferimenti al Giappone?
Perché non eravamo abituati al loro stile di vita, ai loro modelli, ai comportamenti. Sembravano far parte di una società aliena. Per cui si tendeva a re-interpretare. Le diversità sembravano in apparenza inconciliabili con le nostre abitudini educative.
Che cosa le è rimasto di quest'opera?
La passione con cui vi ho lavorato, il piacere di narrare per parole le immagini e la musica, la storia, i caratteri dei personaggi e, naturalmente, gli attori. Ma la cosa più bella è sicuramente l'affetto di chi ci ha seguiti allora e continua a parlarne oggi. Il legame che tutti sentono e anch'io, nonostante il trascorrere degli anni.
È proprio un bel lavoro il suo non c'è che dire.
Da quel che dice deduco che lei è molto legato all'opera.
Credo sia una delle cose più belle che abbia fatto nella mia vita.
Un ultima curiosità. Lei come descriverebbe le opere successive come quella di Hades e il film La Leggenda del Grande Tempio?
Devo confessarti che vedere i Cavalieri mi fa stringere il cuore. Hanno lavorato bene, e questo mi basta. E' un argomento che mi tocca...
La ringrazio per la sua disponibilità signor Cerioni, è stato molto gentile con noi. Grazie.