LA CENSURA

La censura. Non c'è stato anime che in Italia non sia stato vittima della censura, per un motivo o per un altro tutte le serie importate nel nostro paese hanno subito dei tagli nei loro passaggi televisivi, in questo elenco sono presenti serie tra le più famose come Lady Oscar, DragonBall, E' quasi magia Johnny, Georgie e I Cavalieri dello Zodiaco, solo per citarne alcune. Il motivo principale del perché la censura colpisce così duramente in Italia sta nel fatto che sono considerati prodotti rivolti esclusivamente ai minori rivolte quindi a passaggi in fasce protette, ma il motivo è anche economico perché molti di questi anime sono trasmessi in fasce protette perché sono quelle fasce di riferimento per i passaggi pubblicitari dedicato al merchandising di quest'ultime. Anche per queste cause le serie hanno subito degli stravolgimenti sia di contenuti che di trama, un esempio lampante di queste forme di censura è l'anime “Alpen Rose” ambientato nella seconda guerra mondiale, e proprio nel tentativo di eliminare ogni riferimento alla guerra gli episodi hanno subito dei tagli anche di 10 minuti per episodio, praticamente la metà. Dei passaggi televisivi degli anni 80 anche tutti i riferimenti al Giappone o alla cultura del Sol Levante sono stati, inspiegabilmente, rimossi tanto da cambiarne addirittura l'ambientazione, in altri scene di violenza erano vittime di tagli talvolta inspiegabili, chiedere agli anime robotici come Voltron, tutto questo riduceva così l'appeal che una serie potesse avere sul pubblico. Ma il picco si raggiunge negli anni a cavallo tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000 dove la censura si è inasprì parecchio, il motivo è presto detto infatti gli anime, per le vecchie generazioni, rappresentano gli artefici del disagio giovanile che ebbe il suo picco nel 1996 quando un gruppo di ragazzi lanciò dei sassi dal cavalcavia uccidendo una donna, dopo questo evento imputarono la colpa di questi comportamento anche a Ken il guerriero, infatti durante le perquisizioni delle forze dell'ordine nelle stanze dei giovani furono trovati fumetti di Ken il guerriero insieme, anche, a Dylan Dog e poster di X-Files, nei dibattiti dei giorni seguenti si arrivò a dire che “Ken è un guerriero che lancia sassi contro le persone”, tutto questo per trovare un capro espiatorio. Delle censure di quegli anni ne sono da esempio i Cavalieri dello Zodiaco che durante il loro passaggio su Italia1 nel 2001 si vede tagliare numerose scene perché considerate o erano troppo violente o perché presentavano scene di sangue, solo con gli anni alcune scene sono state ripristinate ma hanno subito la tecnica della seppiatura per nascondere il sangue. La censura ha anche potuto stravolgere intere saghe perché non rispettavano i canoni convenzionali, è il caso di Sailor Moon che sono stati censurati a causa dell'ambiguità sessuale di alcuni suoi protagonisti come Heles e Milena, due guerriere sailor che avevano una relazione omosessuale ma dopo la fase di adattamento risultano essere solo due grandi amiche, ma anche altri anime hanno subito questo tipo di cambiamento infatti in fase di adattamento venivano estromesse parole come morte, omicidio, sangue a favore di diverse storpiature come il caso di Voltron dove uno dei piloti, Sven, muore durante un attacco ma in fase di adattamento risulta essere gravemente ferito e portato in ospedale su di un altro pianeta.

Negli ultimi tempi la censura si è fatta molto più soft in Italia dove solo negli ultimi anni anime come One Piece e Naruto non hanno subito i martiri dei loro predecessori questo anche perché, per la fortuna di chi ama le serie integrali, sono giunti in soccorso canali tematici sul satellite o sul digitale terrestre, l'apertura per anime a nuove fasce orarie, come Death Note che fu trasmesso in seconda serata da MTV riscuotendo comunque un buon successo, e il mercato dell'home-video che permettono agli appassionati di gustarsi serie in integrale e senza tagli.

Chiariamoci, la censura per certi versi, e certi programmi, è anche giusta basta però che non denaturalizzi troppo il prodotto originale.

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