Pochi giorni fa si è conclusa la serie Saint Seiya – Soul of Gold. Serie che vedeva protagonisti i dodici Cavalieri d'Oro impegnati a combattere il Dio degli Inganni Loki nella gelida Asgard. La serie, per certi versi, è sembrata una forma di esperimento per testare diverse possibilità, prima fra tutti la pubblicazione in contemporanea mondiale degli episodi in streaming sui maggiori portali video. Il secondo è stato vedere quanto reggesse una serie incentrata totalmente sui personaggi dei Cavalieri d'Oro. Il terzo esperimento, quello puramente commerciale, era di vedere che impatto avessero avuto il lancio dei modellini myth cloth legati alla serie, i personaggi con le armature d'oro in formato divino e l'annuncio dell'uscita di una nuova serie di action figure. In giro per il web si leggono di stroncature anche molto pesanti, ma facendo un analisi della serie ci rendiamo subito conto che la trama, per grandi linee c'è. Certo, i personaggi non sono caratterizzati abbastanza, e che forse rinchiudere tutta la trama in soli tredici episodi è un po' poco, una serie del genere avrebbe avuto bisogno almeno del doppio degli episodi per renderla molto più completa. Una serie così breve ci ha portato ad avere combattimenti quasi del tutto inesistenti, molto brevi e molto scolastici nello stile, anche la battaglia finale tra Ioria e Loki è parsa alquanto inverosimile con il cavaliere del Leone che, si, usa la spada di Odino ma non per fronteggiare la lancia Gungnir, bensì la usa come trampolino per scagliare i suoi attacchi, questo è molto inverosimile sopratutto visto da un personaggio come Ioria. Molti poi si sono lamentati anche sulla qualità dei disegni che, a parer mio, è stata davvero scadente, sopratutto in alcune scene dei primi episodi. In questi disegni si nota la mancanza di mani esperte, senza evocare il mito di Araki. La serie avrebbe avuto bisogno di disegnatori con un certo pedigree, che la Toei poteva permetterseli su di una serie collegata ad un successo come Saint Seiya. L'impressione è che la Toei abbia pensato a creare una serie che accendesse un nuovo interesse sulla gamma di myth al minimo costo. senza dar troppo peso alla qualità dei disegni, senza pensare che avevano tra le mani dell'ottimo materiale perché rivedere i cavalieri d'oro riuniti e combattere, finalmente, tutti insieme non è cosa di sempre. Questo è stato il vero punto di forza della serie che, nonostante tutti i suoi difetti di creazione, ha di fatto tenuto incollati milioni di fans nel mondo. Fan che hanno atteso di vedere magari il momento in cui Micene e Gemini si sarebbero ritrovati faccia a faccia per combattere Loki, quel momento c'è stato, un momento che sinceramente lo attendevo anche da vent'anni, dove non è potuto mancare l'atteso chiarimento tra i due cavalieri, che poi insieme hanno sferrato i loro colpi migliori su Loki. Questa è stata anche l'occasione per vedere veramente all'opera cavalieri come Cancer e Fish, reputati personaggi di secondo ordine ma che sono stati la rivelazione della serie, difatti non abbiamo mai visto Cancer combattere in nome di una giusta causa, e Fish è stato pressoché determinante per i cavalieri durante tutta la serie prima perché ha capito come distruggere la barriera dell'Yggdrasil e poi perché con il suo potere ha tenuto in vita i suoi compagni. La con il suo epilogo si è andata ad incastrare perfettamente nella story-line della serie classica, ponendosi, così, come coerente evoluzione dei fatti narrati nel manga. La scena finale in cui tutti i cavalieri spariscono, ancora una volta, uno ad uno, ci regala comunque una vena malinconica regalando però il giusto finale alla serie.

Soul of Gold, nonostante i suoi pregi e i suoi difetti, è da considerarsi comunque una perla che vede i Cavalieri d'Oro protagonisti.

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