IL MALTRATTAMENTO DEGLI ANIME IN TV

C'era un tempo in cui i bambini si riunivano davanti ai televisori per sognare quelle due ore di pilotare un robot o giocare insieme a Holly e Benji. Con gli anni queste tradizioni si sono perse perché sono cambiati i bambini e sono cambiate le televisioni, perché se una volta la tv dalle 15:30 fino alle 18 era di proprietà dei più piccoli, oggi invece quell'ora è riempito da reality o da talk show dove più che parlare litigano, questi programmi hanno assottigliato sempre di più lo spazio dei cartoni. Potremmo dire “è vero, non trasmettono più cartoni di pomeriggio, ma oramai ci sono canali dedicati che li trasmettono tutto il giorno”. Questo è vero, ma vogliamo mettere l'attesa di vedere i nostri eroi, magari riunendoci con i nostri amici? Io ricordo ancora quando il pomeriggio smettevo di fare i compiti per avere le mie due ore di libertà e di fantasia, magari con qualche amichetto perché, poi, una volta finito potessimo replicare le loro gesta. Che sia il replicare un combattimento o dare dei calci ad un pallone credendo di essere Holly Hutton o Benji Price. Come detto questi spazi pomeridiani dedicati ai cartoni animati sono andati sempre più diminuendo fino a sparire. L'ultima resistenza di questa sana abitudine è nell'ora di pranzo, sessanta minuti dedicati ai cartoons su Italia1, ma anche lì la fantasia scarseggia perché oltre le serie di Simpsons e l'ennesima replica di DragonBall non si va. Laddove magari si potrebbe sperimentare un qualcosa di nuovo, come riproporre serie culto che hanno fatto la storia dell'animazione che potrebbe alternarsi a DragonBall. Che poi, pensandoci bene, alcuni prodotti nuovi non sono poi così male, e spesso le reti televisive si danno battaglia per accaparrarsi questi prodotti ma alla fine riescono sempre a maltrattarle, l'ultimo esempio in ordine cronologico è l'ultima serie di Lupin III – L'avventura italiana. La serie è stata acquistata dalle reti Mediaset, lanciata come anteprima assoluta è finita per essere maltrattata, e anche di brutto, perché la serie era, originariamente, destinata alla Domenica sera nella fascia oraria delle 20, ovvero il preserale, finendo poi per essere sballonzolata sempre di Domenica sera ma ormai a notte inoltrata con il primo episodio che inizia intorno mezzanotte. Sia chiaro che i dati d'ascolto non erano andati male, anzi rispettavano le previsioni iniziali, ma alla fine si è deciso di puntare su film visti e rivisti che fanno da traino alla prima serata. Ad un maltrattamento simile non sono stati risparmiati nemmeno i Cavalieri dello Zodiaco. Anzi, con loro le tv sembrano accanirs,i infatti in quasi trent'anni della creazione dell'anime le volte in cui la serie è passata per intero sulle tv nazionali è stata solo nel 2000, e per di più censurata fino all'osso. Tutti gli appassionati della serie che oramai hanno circa trent'anni, ricorderanno che ad inizio anni 90 Italia1 giungeva al 52,° episodio per poi interrompersi o cominciare daccapo mentre la parte finale della serie veniva trasmessa sulle tv regionali o su JuniorTv riprendendo sempre dal 53° episodio. Negli anni Mediaset ha riproposto la serie per intero solo sui suoi canali a pagamento, il defunto Hero, mentre in chiaro sono stati fatti un altro paio di tentativi, sempre maltrattandola con cambi di orario o trasmettendola a giorni alterni, senza però arrivare mai fino alla fine. Anche la tanto attesa serie di Ade a suo tempo ha subito torti, iniziando la domenica mattina intorno alle 10 con gli episodi del Santuario che hanno avuto un buon riscontro. Tempo un paio di mesi ed ecco gli episodi della saga Inferno, ma non più di Domenica mattina, sarebbe stato troppo facile, ma bensì durante la settimana a giorni alterni per poi concludere con la gemma fatta da Mediaset. Quella che si può considerare una pietra miliare, ovvero la trasmissione degli ultimi sei episodi, l'Elisio, a cinque anni di distanza dalla trasmissione del capitolo Inferno trasmessi in tre appuntamenti in seconda serata. In questo modo per gli addetti ai lavori diventa facile mascherarsi dietro ai numeri dei dati d'ascolto, ma la loro colpa è quella di non permettere al pubblico di affezionarsi alla serie per poi favorire prodotti di gran lunga più scadenti perché, senza mezzi termini, gli anime sono considerati prodotti di serie C, o anche meno, quando invece insegna sicuramente più un anime che una puntata del Grande Fratello o Uomini e Donne.

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