Nelle carte celesti l'Acquario è un giovanetto che versa acqua da una brocca, anche se nel suo Fasti Ovidio sostenne si trattasse di una mistura di acqua e nettare, la bevanda degli dèi. Il liquido va a finire in bocca al Pesce Australe. Ma chi è l'Acquario? La credenza più popolare lo identifica con Ganimede, che era ritenuto il più bel ragazzo esistente sulla faccia della terra. Era il figlio del re Tros, da cui Troia prese il nome. Un giorno, mentre Ganimede faceva la guardia alle pecore del padre, Zeus si invaghì del pastorello e si lanciò sulla pianura di Troia sottoforma di aquila, ghermì Ganimede e se lo portò sull'Olimpo (o, secondo un'altra versione, mandò un'aquila vera e propria a fare il lavoro per lui). L'Aquila è ricordata nella costellazione vicina.

Secondo un'altra versione del mito, Ganimede fu prima rapito da Eos, la dea dell'aurora, che aveva una passione per i giovanetti, e solo in un secondo tempo Zeus glielo rubò. Ganimede divenne il mescitore di vino degli dèi, colui che dispensava il nettare dalla sua coppa, con grande fastidio della moglie di Zeus, Era. Robert Graves racconta che questo mito divenne molto popolare nell'antica Grecia e a Roma dove fu ritenuto un significativo avallo divino dell'omosessualità. La corruzione latina del nome Ganimede, Catemitus, diede origine alla parola «catamite», che indica un ganimede, un amasio.

Germanico Cesare identifica la costellazione con Deucalione, figlio di Prometeo, uno dei pochi uomini a essere sfuggito al diluvio universale. «Deucalione versa acqua, l'elemento ostile cui una volta sfuggì, e nel farlo attira l'attenzione verso la sua piccola brocca», scrisse Germanico. Igino offre un'altra identificazione della costellazione, quella con Cecrops, uno dei primi re di Atene, visto mentre offre un sacrificio agli dèi facendo uso dell'acqua, poiché egli regnò in tempi in cui non si faceva ancora il vino

L'undicesimo segno dello zodiaco (20 gennaio- 18 febbraio) è simbolo della solidarietà

collettiva, della cooperazione, della fraternità e del distacco dalle cose materiali.

La figura che rappresenta questo segno è l'immagine nobile di un uomo a figura intera con i tratti da vecchio saggio, che porta con le braccia o sulle spalle una o due anfore inclinate dalle quali esce un fiotto d'acqua. Si tratta però di un genere d'acqua particolare, del tutto aerea ed eterea, perché in essa sono uniti sia il carattere instabile dell'aria sia quello rilasciato e morbido dell'acqua. Questo segno d'aria con risonanze acquatiche rappresenta una sostanza nutritiva che è destinata a dissetare maggiormente l'anima che il corpo, l'Acquario instaura il mondo delle affinità elettive, che fanno di noi esseri che vivono in una comunità spirituale e in una sfera pienamente universale. Il segno è associato sia al pianeta di Saturno che a quello di Urano. Saturno scioglie l'essere umano dai vincoli dell'istinto e libera le forze spirituali; Urano dà nuova mobilità all'uomo che si è liberato attraverso il fuoco della potenza prometeica, in una prospettiva di superamento. La natura intima di questo zodiacale è fluida, leggera, eterea, tutta chiarezza spirituale quasi angelica... Non a caso il segno dell'Acquario, nel Medio Evo, era equiparato alla 'Temperanza' dei Tarocchi, e la Temperanza era un Angelo... da qui l'ala angelica che ci fa riconoscere l'Acquario come messaggero tra Cielo e Terra. Ha in sé la capacità del distacco, accompagnato dalla serenità, e del dono di sé, unito all'altruismo, all'amicizia, alla dedizione a ideali sociali. Esiste anche un'acquario uranico, che è l'uomo dell'avanguardia, del progresso, dell'emancipazione e dell'avventura...

Camus, il cavaliere d’oro dell’Acquario, rispecchia fedelmente le virtù proprie della sua costellazione, è infatti a prima vista molto distaccato, freddo, insensibile ma nasconde dentro un animo generoso e altruista.

Nella serie delle 12 case aiuta infatti il proprio discepolo Crystal a raggiungere il settimo senso

dapprima imprigionandolo in una bara di ghiaccio, poi facendolo privare di tutti i 5 sensi dall’amico Milo, infine facendo sprofondare nel fondo del mare della Siberia la madre morta, il cui ricordo era la vera debolezza di Crystal.

Solo a questo punto Crystal riesce a raggiungere lo Zero Assoluto e ad uccidere il maestro.

Nella serie di Hades viene resuscitato dal Dio degli Inferi allo scopo di uccidere Athena, in realtà il suo scopo come quello degli altri Cavalieri d’Oro deceduti è risvegliare l’armatura di Atena per l’imminente battaglia che dovrà affrontare nei Campi Elisi.

Un’ ambiguità tra l’immagine esteriore e interiore da “finto duro” criticata da alcuni fan, ma che porta senza dubbio una forte dose di fascino come per i nati sotto questa Costellazione.

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