L'ultima serie sui Cavalieri dello Zodiaco, la tanto attesa Soul of Gold, si è rivelata un successo a metà perché l'attesa nel vedere finalmente in azione i Cavalieri d'Oro è stata tradita dalla pessima qualità con cui è stata creata. In effetti a molti è parso che ciò che doveva essere un rilancio del marchio sia stata solo un occasione per lanciare sul mercato nuovi profitti che hanno arricchito Bandai e Toei.

Ma andiamo ad analizzare questa questione in diversi punti:

1 – LA STORIA

La storia, nel concetto, c'è ed è anche interessante e poi, cosa di non poco conto perché è molto rara, si va ad incastrare perfettamente con l'arco narrativo della serie madre essendo ambientata durante lo scontro dei Cavalieri di Bronzo contro Ade nell'Elisio.

La storia si evolve anche abbastanza bene facendo entrare in scena i cavalieri un po' per volta che si apprestano ad affrontare un nemico più grande da sconfiggere, Loki, unendo finalmente tutti e dodici i Cavalieri d'Oro ambientandola in un universo come Asgard che ha saputo dare quel tocco in più alla serie. L'unica pecca su questo punto è, forse, il numero di episodi, 13, che sembrano essere veramente troppo pochi per questa storia a cui sarebbero serviti almeno 25/30 episodi.

2 – I CAVALIERI D'ORO

I protagonisti di questa guerra che si sono ritrovati misteriosamente catapultati ad Asgard dove si sono trovati ad affrontare e sconfiggere il Dio Norrenno degli Inganni, Loki. In questa serie, in cui il protagonista principale è Ioria, i cavalieri hanno avuto tutti un ruolo fondamentale per il buon esito della battaglia, anche cavalieri come Fish, Cancer o Toro, che nella serie classica risultano un po' bistrattati, in questa avventura hanno avuto il loro momento di gloria trovando spazio e modo di farsi valere come Fish che con il suo potere salva tutti i suoi compagni o Cancer, cavaliere che si rivela di buon cuore, che ritrova la sua armatura d'Oro del Cancro. Come di consueto il leggendario cavaliere del Sagittario, Micene, appare molto poco, comparendo solo nel momento di combattere lo scontro finale dove avrà anche l'atteso faccia a faccia con il nemico di un tempo Gemini.

3 – PERSONAGGI

I personaggi introdotti nella serie non sono sviluppati a dovere per via dell'esiguo numero di episodi, perché se nell'anime classico ogni personaggio aveva una sua storia che si ricollegava alla storia principale in questa serie vengono inseriti solo dei personaggi che rispettano perfettamente tutti i dogmi dei personaggi tipici di Kurumada che si sono rivisti anche nell'anime classico. In questo elenco troviamo colui che combatte per proteggere la sua terra, Frodi, chi ha un legame con il passato e per questo è desideroso di vittoria, Sigmund, chi è malvagio e basta, Fafnir, o chi ha poteri divini come Baldr. La vera minaccia, Andreas/Loki, è l'unico personaggio che per forza di cose viene sviluppato maggiormente per spiegare l'evento scatenante della rinascita dei Cavalieri d'Oro. L'altro personaggio a cui viene data una vita precedente Lithia, l'ancella di Hilda, che per il suo amore per Asgard riporta in vita i Cavalieri d'Oro in nome di Odino poi la ragazza diventerà la voce di Odino in Terra. In questa serie sono presenti anche vecchie conoscenze come Hilda e Flare ma a cui sono concesse delle mere comparsate.

4 – GRAFICA

Passiamo al vero tallone d'Achille della serie, quello che a molti fan ha fatto gridare allo scandalo, ovvero la Grafica. I disegni della serie sono stati veramente deludenti con mani e visi sproporzionati, volti deformi che in alcuni casi non avevano connotati. Disegni lontani anni luce da quelli fatti nella serie classica ma anche da quelli di serie recenti come Lost Canvas e Omega, perché se è vero che lo stile di Araki è inarrivabile si poteva almeno chiedere la supervisione a persone di maggiore esperienza come la Himeno, o anche a chi ha lavorato al Lost Canvas. Quello che risalta all'occhio critico è che la Toei si sia affidata a giovani animatori per abbattere i costi di produzione, ma andando a spulciare in rete scopriamo che lo studio di animazione che ha lavorato sulla serie è lo stesso che ha dato vita a Detective Conan quindi questo fa intendere che Soul of Gold è stato un prodotto preso sotto gamba da tutti gli addetti ai lavori. Lo studio di animazione ha tentato poi di rimediare ai suoi errori migliorando gran parte dei disegni incriminati nella versione Blu-Ray.

5 – ARMATURE

Le armature sono la vera novità introdotta nella serie perché con l'ausilio del cosmo di Atena queste corazze possono evolversi in armature divine, come successo per le armature di bronzo bagnate dal sangue di Atena, modificando la loro forma e aumentando il loro potere. Queste nuove armature possono sembrare esagerate per certi versi ma riescono a dare un'immagine imponente al cavaliere. Le nuove armature del nord sembrano, invece, pessime rivisitazioni di quelle indossate dai Guerrieri del Nord che hanno affrontato Pegasus e compagni, gli esempi più lampanti sono rappresentate dall'armatura di Sigmund che sembra essere una versione decolorata e alquanto bruttina di quella di Artax, Surt, che indossa la stessa armatura di Megrez ma solo di colore rosso, o di Fafnir, che anche se nelle forme è leggermente diversa, è chiaramente ispirata a quella di Orion. Merita una menzione l'armatura di Loki che tra le nuove è quella, stilisticamente, più bella con il contrasto di colori nero e oro che la valorizza maggiormente.

6 – SCONTRI

Sono il vero, grande assente, in un opera epica come i Cavalieri dello Zodiaco gli scontri tra cavalieri sono il suo pane. Non che nella serie non si combatta, sia chiaro, ma se leviamo il duello iniziale tra Ioria e Frodi, duello interessante tra l'altro ma che è stato bistrattato durante l'arco delle puntate, gli altri risultano molto brevi, poco interessanti e poco realistici fino al punto di sembrare una parodia come lo schiaffo dato da Toro ad Heracles all'interno dell'Yggdrasil o lo scontro tra Loki e Ioria con indosso l'armatura di Odino, durante lo scontro il Cavaliere d'Oro usa un'arma potente come la spada di Odino come trampolino per scagliare i suoi colpi rendendo così lo scontro una sorta di parodia. L'unico scontro che ricalca i crismi della serie è lo scontro finale tra i dodici cavalieri e Loki dove i Cavalieri d'Oro hanno effettuato attacchi combinati pur di sconfiggere il dio.

In conclusione si poteva e si doveva fare molto di più perché è parso che questa serie più che festeggiare Kurumada e il trentennale del manga sia servita a rimpinguare solo il portafogli della Toei e questo ha inevitabilmente creato danni strutturali inevitabili come la scarsa qualità dei disegni o il numero troppo esiguo di episodi per far si che la serie si sviluppasse in modo adeguato. Il vero scopo della serie sembra dunque quello di giustificare l'uscita di una nuova linea di myth cloth con i Cavalieri d'Oro con indosso le armature divine, di questo passo anziché rilanciare il marchio Saint Seiya si rischia di affossarlo.

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